Oscar Schmidt: il più grande marcatore della storia del basket internazionale

Oscar Schmidt è considerato uno dei più grandi giocatori di basket di tutti i tempi. Nato il 16 febbraio 1958 a Natal, in Brasile, Schmidt ha iniziato a giocare a basket all’età di 14 anni e ha raggiunto la fama internazionale per la sua incredibile capacità di segnare punti.

Durante la sua carriera professionale, Schmidt ha giocato in diverse squadre in Brasile, Italia e Spagna, partecipando a quattro edizioni dei Giochi Olimpici e diventando il miglior marcatore della storia del basket internazionale, con più di 49.000 punti in carriera.

Ma non è solo la sua abilità nel segnare punti a fare di Schmidt una leggenda del basket internazionale. Era anche un giocatore molto versatile e un grande leader, che ha ispirato una generazione di giovani giocatori in tutto il mondo.

Dopo il suo ritiro dal basket professionistico, Schmidt ha continuato a lavorare nel mondo dello sport come allenatore e commentatore televisivo. Nel 2013 è stato inserito nella Basketball Hall of Fame, l’equivalente del Salone della Fama del basket internazionale.

Oscar Schmidt è stato uno dei più grandi cestisti di tutti i tempi, un atleta che ha segnato un’epoca nel basket internazionale e che ha ispirato una generazione di giovani giocatori in tutto il mondo.

La sua incredibile capacità di segnare punti e la sua versatilità sul campo lo hanno reso una figura iconica del basket internazionale e la sua presenza è ancora molto sentita nel mondo dello sport.

Kobe Bryant la fine di un’era

Un’omaggio alla straordinaria carriera del “Black mamba”: Kobe Bryant

Si ritira uno dei più grandi interpreti della pallacanestro mondiale, il video sopra mostra le migliori 100 azioni in carriera di Kobe Bryant e qui sotto vi riporto la sua lettera di addio.

“Cara Pallacanestro,

dal momento in cui ho indossato i calzettoni di mio papà e immaginavo di realizzare canestri vincenti nel Great Western Forum sapevo che una cosa era reale: mi ero innamorato di te. Un amore così profondo che ti ho dato tutto me stesso dalla mia mente e mio corpo al mio spirito e anima. Da bambino di 6 anni profondamente innamorato di te non ho mai visto la fine del tunnel. Vedevo solo me stesso correre fuori da ciò. E così ho corso. Ho corso su è giù per ogni campo, dopo ogni palla persa per te. Mi hai chiesto di battermi. Io ti ho dato il cuore perché di riflesso sei arrivata a darmi tanto altro. Ho giocato nella gioia e nel dolore. Non perché la sfida mi chiamava, ma perché tu mi stavi chiamando.

Ho fatto tutto per te. Perché questo è quello che fai quando qualcuno ti fa sentire così vivo come tu hai mi hai fatto sentire. Tu hai dato a un bambino di 6 anni il suo sogno di essere un Laker. E ti amerò per sempre per questo. Ma non posso amarti ossessivamente ancora per molto. Questa stagione è tutto quello che mi rimane da dare. Il mio cuore può reggere il colpo, la mia mente può gestire lo sforzo, ma il mio corpo sa che è tempo di dire addio. E questo è OK. Sono pronto per lasciarti andare. Voglio che tu lo sappia ora, così possiamo assaporarci ogni momento che ci rimane assieme. Il bello e il cattivo. Ci siamo concessi l’un l’altro tutto quello che avevamo. Ed entrambi lo sappiamo. Non importa cosa farò dopo, sarò sempre quel bambino con i calzettoni alzati, il cestino nell’angolo: 5 secondi sul cronometro, palla tra le mani 5… 4… 3… 2… 1.

Ti amerò sempre, Kobe”

Il camoscio d’Abruzzo: Vito Taccone

Vito Taccone veniva dalla campagna e dalla montagna, abitava con contadini e pastori, era stato elettricista e telefonista, conviveva con industriali e carcerati. Brigante o mercante, profeta o anacoreta, anarchico o autarchico, campione o corsaro. Comunque furioso. Sapeva tutto, conosceva tutto, parlava di tutto. Era fuoco: falò, incendio, inferno. Ricevuto da Giovanni XXIII, gli dette del tu: «Caro Papa, per quale corridore fai il tifo?» [ Marco Pastonesi ]

Tour de France 2014: Le Roi Vincenzo Nibali

Vincenzo Nibali è “Le Roi” del Tour de France 2014, prima di lui solo 6 italiani in 100 anni di storia sono saliti sul gradino più alto del podio: Ottavio Bottecchia (2 vittorie), Gino Bartali (2 vittorie), Fausto Coppi (2 vittorie), Felice Gimondi (1 vittoria) e Marco Pantani(1 vittoria).

Vincenzo è entrata anche in una ristretta rosa composta da Merckx, Gimondi, Hinault, Anquetil e Contador ad aver vinto in carriera tutti e tre i grandi giri a tappe (Tour, Giro e Vuelta).
Non solo Nibali a questo Tour ma anche altri italiani in gran spolvero come “il rosso di Buia” Alessandro De Marchi che ottine il premio per il più combattivo. 962013_17628_alessandro de marchi

E la gazzetta cambia colore (e notizie in prima pagina..) #GazzettaGialla

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W ITALIA!